ITALIA GERMANIA - SEGNALI DI CRISI
ITALIA GERMANIA  - SEGNALI DI CRISI

Il presidente provinciale di Casartigiani Treviso Piergiovanni Maschietto segnala l’aumento delle richieste di cassa integrazione per effetto del calo degli ordini: «Tanti settori sono già in sofferenza, a rischio fatturati e centinaia di posti di lavoro»

Treviso, 11/09/2023 – Per ora, come si dice in gergo, è solo un “sentiment”, ma i dati ufficiali, ne è certo il presidente provinciale di Casartigiani Treviso, Piergiovanni Maschietto, titolare di un’azienda che 70 anni si occupa di verniciature industriali nel coneglianese, non tarderanno ad arrivare: «C’è un intero distretto in estrema sofferenza, con calo degli ordini e ricorso significativo alla cassa integrazione, nell’area tra il Friuli-Venezia Giulia e il Padovano che coinvolge importanti distretti lungo tutta la pedemontana trevigiana. La recessione della Germania» mette in guardia Maschietto «rischia di soffocare anche le nostre imprese, non solo i piccoli, ma anche le realtà più strutturate, tecnologicamente avanzate: la crisi delle industrie tedesche potrebbe dare il colpo di grazia a tutta la manifattura del Nordest, già provata dalle incertezze degli ultimi anni».

Dopo un’estate che ha visto sbandierare dati positivi sull’occupazione e una buona stagione turistica è ora il momento di guardare in faccia la realtà: «Non è tutto oro quel che luccica» sintetizza il direttore regionale di Casartigiani Salvatore D’Aliberti «non possiamo dimenticare il fatto che negli ultimi anni il potere di acquisto delle famiglie sia diminuito. I dati che vengono snocciolati sull’aumento della occupazione sono parziali: non tengono conto dell’allungamento dell’età pensionabile. Ricordo che il tasso di occupazione del Veneto nella fascia tra i 55 e 64 anni nel ‘95 era del 40% mentre nel 2023 ha raggiunto il 71%. Le nuove forme di lavoro prevedono sì assunzioni a tempo determinato e indeterminato, ma solo per alcuni giorni alla settimana».

Secondo i dirigenti dell’associazione che in Veneto rappresenta migliaia di piccole e medie imprese i dati dell’economia reale, osservati nel loro complesso, non restituiscono certo un quadro positivo. Stando all’ultimo Barometro Unioncamere il 2024 è segnato da numerosi segni negativi: in ambito regionale continua a calare il numero delle imprese attive (-1,5% su base annua nel secondo trimestre), aumentano i fallimenti e i concordati, aumentano le ore di cassa integrazione (+41% su base annua sempre considerando il secondo trimestre), calano le esportazioni del nostro sistema produttivo (primo trimestre 2024 a -5,1%). L’osservata speciale è la Germania, che a luglio 2024, rispetto al mese precedente, ha visto ridurre la produzione del 2,4% e dove le stime di crescita sono ormai scese a livello zero.

«La crisi di quella che per anni è stata la locomotiva d’Europa ha già iniziato a ripercuotersi sulle nostre aziende del Nordest, molte delle quali lavorano per il sistema industriale tedesco» sintetizza Maschietto «Crollando quindi le commesse c’è chi è costretto a limitare la produzione, con il ricorso alla cassa integrazione o con accordi collettivi che prevedono la riduzione delle giornate di lavoro: ci sono ormai fabbriche dove si lavora due giornate alla settimana. A questo scenario fa da contrappunto un altro paradosso: riguarda coloro che, per carenza di personale qualificato e manodopera, è costretto a rinunciare agli ordini. La situazione è tutt’altro che rosea. È arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e trovare soluzioni condivise, per rilanciare il sistema, in Veneto, come a Roma e a Bruxelles: ai nostri politici chiediamo uno scatto determinato che metta in campo politiche adeguate di rilancio, abbiamo capito che il Pnrr non basta, serve una politica industriale che non lasci indietro nessuno».