Il Commissario del Governo della Provincia di Bolzano ha emanato il decreto – allegato – con il quale ha disposto il divieto di circolazione in direzione nord sull’Autostrada del Brennero A22, nel tratto Vipiteno/confine di Stato – in considerazione delle festività in Austria e/o Germania – per i veicoli di massa superiore a 7,5 ton diretti o che debbano attraversare la Germania, nei seguenti giorni ed orari:
– dalle ore 00.00 alle ore 22.00 di giovedi 3 ottobre 2024;
– dalle ore 00.00 alle ore 22.00 di venerdi 4 ottobre 2024;
– dalle ore 15.00 alle ore 22.00 di sabato 5 ottobre 2024
– dalle ore 00.00 alle ore 22.00 di sabato 26 ottobre 2024 (per i veicoli diretti o in transito attraverso l’Austria)
Sono state riconfermate le abituali deroghe per il trasporto di animali vivi destinati al macello, le merci deperibili ed i veicoli diretti alla ferrovia con prenotazione al seguito.
Intanto è stata confermato che, in base ai risultati emersi dall’ispezione effettuata sul Ponte Lueg, l’ASFINAG (operatore autostradale austriaco) ha stabilito che dal 1° gennaio 2025 la circolazione sul Ponte avverrà a corsia unica – in entrambe le direzioni – per motivi di sicurezza.
Inoltre, si prevede l’inizio dei lavori nella primavera del 2025 e i tempi di costruzione della prima struttura del ponte sono stimati dai due anni e mezzo ai tre anni. Infine, ASFINAG attualmente prevede che l’intera infrastruttura sarà pronta nel 2030.
Il rischio di questi interventi è che si formino code chilometriche in un tratto di strada percorso da tantissimi camion che trasportano merci italiane: il trasporto su gomma attraverso l’Austria è la via più veloce per raggiungere la Germania, uno dei principali paesi europei con cui l’Italia ha importanti legami commerciali.
Preoccupazione per la movimentazione delle merci e quindi necessità da parte delle aziende di una riprogrammazione importante, sottolinea Andrea Prando Segretario di Casartigiani Veneto se si considera che il traforo del Brennero non sarà pronto prima del 2032 e il ponte Lueg non prima 2030, costituendo così problema non di poco conto per l’economia del nostro paese.