Il 19 marzo è il giorno in cui si commemora San Giuseppe, patrono degli artigiani e festa del papà.
La figura di Giuseppe è tra le più amate e affascinanti del cristianesimo nonché, per alcuni versi, anche tra quelle più sottovalutate. Non aveva poteri o capacità in grado di fargli compiere incredibili miracoli. Non morì in maniera epica e brutale per mano di qualche zelante soldato romano.
Anzi, di lui si racconta poco e niente: ad un certo punto della giovinezza di Gesù, semplicemente Giuseppe scompare. In fin dei conti, era solo un falegname (da qui la nascita della figura di patrono degli artigiani) avanti con gli anni che sposò una giovane ragazza poi “misteriosamente” incinta. Cosa aveva quindi di tanto speciale un comune mortale come Giuseppe?
La risposta non è da ricercarsi, come per altri santi, nel clamore di un prodigio o nel coraggio del martirio. È tra le righe, nei piccoli gesti, nelle pagine perdute dell’infanzia di un figlio più grande di lui. Il maturo sposo di Maria aveva (e ha tuttora) il merito di incarnare quei valori senza tempo che rendono padre un uomo, e viceversa. La sopportazione e la risolutezza nell’addossarsi una situazione al di fuori di ogni immaginazione, ma anche la dolcezza e il calore nel crescere il frutto immacolato del Divino.
Un fardello che ha reso Giuseppe il “papà” per eccellenza nell'immaginario collettivo cristiano e nel contempo, proprio per la sua umiltà e devozione, intercessore verso Dio degli artigiani.
Nella foto il dipinto "Sacra Famiglia" detto Tondo Doni esposto agli Uffizi di Firenze realizzato da Michelangelo Buonarroti.